Madonna del Gabbio

All'entrata di Carcoforo, al di là del ponte che scavalca il torrente Egua, la graziosa chiesetta della "Madonna del Gabbio".
Racconta la leggenda che pastori trovarono una Madonnina e decisero di portarla a valle in un sacco.
Arrivati a Carcoforo, in località Gabbio, deposero il sacco per riposare, ma, al momento di riprendere il cammino, il sacco divenne così pesante da non riuscire più a sollevarlo. 
I pastori, decisero di costruire sul luogo una piccola cappella per deporre la Madonna.
La cappella nel 1700 fu distrutta da una terribile alluvione, la Madonnina per miracolo non fu travolta dalla furia delle acque e rimase al suo posto.
Gli abitanti di Carcoforo costruirono la chiesetta che ancora oggi si può ammirare.

L'oratorio di San Lorenzo

L'oratorio di San Lorenzo, si trova all'Alpe Seccio a 1380 m.s.l. in Val Cavaione, valle laterale di Boccioleto.
Si arriva con una mulattiera tra boschi di faggi fino a raggiungere i pascoli dell'alpeggio. 
Custodisce al suo interno  affreschi, eseguiti da un ignoto pittore della metà del XV secolo.

Il campanile di Boccioleto


La sua croce sopra il tetto, tocca il cielo tanto è alto, squadrato, una roccia, un gigante.

Per noi del paese, il campanile più caro e più bello.

Un mucchio di sassi hanno portato per farlo così grande.

Ai suoi piedi una volta c’era un orto, cresceva l’insalata, porri, cipolle, un rosmarino.

In un angolo mettevano il letame, una vecchia gerla.

Un lillà faceva ombra, profumava l’aria assieme ad un gelsomino.

Non c’è più quel quadro dipinto con tanto amore, tutto l’universo, il mondo, aveva colorato, quel grande pittore.

Al suo fianco, la nostra bella, cara, chiesa, come una mamma che trema per suo figlio, lo guarda, prega, ha paura…...è ansiosa, ascolta il suono delle sue campane, il suo cuore che batte.

Allegre suonano accompagnando all’altare una bella sposa.

Triste il suono per chi se ne va, non torna più indietro, lascia questa cara valle, per sempre, riposa.

Suona per i bambini che vanno a scuola a studiare.

Forte suonava il campanone, annunciando che era finita la guerra.

La nostra mamma di gioia, non più di dolore piangeva.

A Oromezzano stavano pulendo i prati e zappando i campi, i suoi figli erano fuggiti dai tedeschi, erano ritornati a casa, il campanone suonava……..

Suona l’Angelus, il paese si addormenta, tutto è tranquillo, spunta la Luna, si abbassa, le va vicino, lo accarezza di vergogna, scappa in fretta, si nasconde dietro ad una nuvola, piano….. piano sparisce senza più farsi vedere dietro la cresta del Mil.

Le stelle attaccate su nel cielo, come tanti lanternini, gelose le mandano giù un’infinità di baci.

Il campanile si appisola tra un tocco e l’altro e fa una dormitina, si sveglia puntuale per suonare l’Ave Maria.

Caro gigante, tutto di sassi, dall’anima buona, per chi sta vicino, per chi ogni anno torna, fa sempre sentire la tua bella voce….suona…., è un concerto che deve continuare, mai finire.

In coro tutte le tue campane, continua a suonare, quel canto che va in aria portato dal vento.

Fino a quando siamo qui, facci contenti, facci sognare, domani vogliamo sentirlo ancora nel firmamento.

Tapella Germain