Visitiamo Boccioleto - seconda parte

I resti del vecchio ponte, ancora presenti sotto il nuovo, testimoniano l'antico percorso, prima affiancando la cappella della Madonna dell’Addolorata e poi superando il chiesuolo di San Quirico e Giuditta, che ha dato il nome al ponte.

Superato il ponte, alla sinistra la parte bassa dell’Albergo della Fenice, si giunge alla curva del Baraggiolo, quando transitavano mezzi pesanti carichi di legnami, ai giorni nostri sono rari, per i bimbi il divertimento era assicurato osservando le difficili manovre per compiere la curva, il muro della casa n’è testimone.
Dopo la curva si supera la parte alta dell’Albergo della Fenice e si giunge davanti alla chiesa parrocchiale di S.Pietro e Paolo.
Era il 1836, quando le cinque campane del campanile fecero i primi rintocchi.
L'arco trionfale che immette sul sagrato
Qui arrivati, alla destra, prima di superare il Campanile si entra in Boccioleto per la principale Via Zali, per giungere immediatamente all’interno della piazza.
Durante la ristrutturazione degli anni ”50”, la pavimentazione della piazza e come tutto l’attraversamento del paese, fu rivestita con cubetti di porfido, che andò a sostituire i vecchi ciottoli o in gergo “teste di gatto”.
Sul lato destro, sotto l’esistente terrazza, esisteva una fontana, rimossa durante i lavori di ammodernamento.

Alla destra della piazza, un vicolo in salita, conduce al borgo del Cortalivo, con le sue raccolte abitazioni.

Al tempo della ristrutturazione al centro della piazza era stata collocata una fontana, ora rimossa e sistemata nella nuova area del campo sportivo.

Dalla piazza con ripida salita, si giunge alla piazzetta che preannuncia la parte pianeggiante del paese.

Questo tratto di strada e oltre la piazzetta fino alla casa Parrocchiale è affiancato dai “Porghi”, percorso pedonabile coperto dalle case sovrastanti, disseminato dalle entrate di cantine o “trune”, piccole stalle che in tempi passati ospitavano nei periodi invernali" un paio di vacche, latte, burro e formaggio erano cibi essenziali per il mantenimento dei nuclei famigliari.
In estate le vacche venivano condotte nei pascoli degli alpeggi.


Di grande effetto la recente illuminazione, luci che variano a intermittenza dal rosso al giallo, verde, fucsia

arrivederci alla terza parte

Riva Valdobbia

Riva Valdobbia, 1112 m s.m., insediamento Walser del secolo XIII, alla testata della Val Grande, pochi chilometri prima di giungere ad Alagna.

Riva Valdobbia, 1112 m s.m.,paese di origine walser, alla testata della Val Grande, pochi chilometri prima di giungere ad Alagna.

Anticamente chiamato Presmell (pietre gemelle), per via di due grosse pietre molto simili e visibili appena fuori dell'abitato.

Il nome Riva, invece, deriva dal sito del paese, sopra la riva.

Al centro del paese la splendida chiesa in stile gotico, dedicata a San Michele, edificata a metà Settecento su una esistente chiesa del sec. XVI, di cui restano campanile e facciata.

Sulla facciata la rappresentazione del Giudizio Universale, dichiarato monumento nazionale, dipinto di Melchiorre D’Enrico di Alagna, artista valsesiano del XVI secolo.

In basso a destra del dipinto la scritta: Melchior De Enricis de Alanea pinxit anno 1597; mentre sulla sinistra : Joannes Avondi temporum iniuriis reparavit anno 1810, altro artista valsesiano.



MeteoRivaValdobbia- 25 febbraio 2013
Case Walser di Riva Valdobbia
Dalla piazzetta di fronte alla chiesa lo spettacolo del Monte Rosa, da Alagna non lo si può vedere, nascosto dal Corno di Stofful.